Primi passi nel cielo stellato

Queste note sono una guida per camminare lungo i sentieri del Cielo; esse sono indirizzate allo studente-spettatore; e mirano alle condizioni di possibilità dell'esperienza del sublime.

In conseguenza, in questa fase espositiva, rinunceremo ad ogni ragionamento geometrico-quantitativo per privilegiare l'osservazione del Cielo.

L'obiettivo immediato è quello di realizzare una certa dimestichezza tra gli oggetti luminosi celesti e il senso comune dell'osservatore.

Del resto, per riconoscere la stella Arturo o la costellazione d'Orione non è certo necessario sapere cos'è l'ecclittica; e neanche ritenere ellittica l'orbita della Terra o supporre sferica la forma di quest'ultima.

Infatti, oltre tremila anni fa, i pastori erranti per le terre di Mesopotamia riconoscevano le stelle molto meglio di quanto accada oggi agli studenti universitari di astrofisica ed ai loro professori. Eppure, per quel che noi ne sappiamo, il pastore riteneva la Terra piatta; e che le stelle fossero fuochi trascinati per il Cielo, con precisione divina, dai vari dei del suo Phantheon. Si potrebbe dire che per familiarizzarsi con il cielo, per riconoscere i fenomeni celesti non è necessario possedere le teorie astronomiche, neanche quelle supposte vere.

Esamineremo più in là, alcune della domande più frequenti, alcuni dei perchè che solitamente affiorano all'attenzione dello studente-spettatore, alle prime esperienze osservative.

Per ora, procediamo senza matematica e senza rigore, con la sola avvertenza di non scoraggiarsi se le cose trattate non appariranno chiare fin da subito, fin dalla prima volta. Qualche volta, la comprensione arriva dopo la settima volta. Comprendere è analogo a metabolizzare - occorre aspettare, come quando con pazienza lasciamo che la zolletta di zucchero si sciolga in bocca.

 

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